La prima attività sportiva prima dei sei anni è il gioco.
Essa comprende nel suo insieme attività che coinvolgono tutto il corpo , comunicazione, motivazione, divertimento, una “sana” competizione tra coetanei .
Dopo tale età si può accedere a un passo superiore dove si acquistano altre competenze per sviluppare sempre maggiori competitività e dove l’allievo va ad acquistare sempre maggiore consapevolezza del suo corpo facendone esperienza. Il bambino deve poter giocare con il movimento sperimentandolo tutte le sue forme e in contesti diversi ed è per questo che ripeterle fa in modo che il bambino ne acquista padronanza e sicurezza imparando a gestire meglio il suo corpo e la modalità e a “forza ” dei movimenti. Nel gioco è importante che il bambino si diverti aumentando così la sua curiosità e motivazione. L’istruttore andrà ad agire, attraverso il gioco, intorno ad uno scopo mettendo tutti i bambini nella condizione di riuscire a sperimentare le personali strategie di successo.
Il gioco, mezzo educativo per eccellenza, è da considerarsi per i bambini uno strumento educativo a tutti gli effetti attraverso il quale il bambino non solo sperimenta la parte fisica ma anche la libertà di creatività nel proporre le alternative strategiche, la socializzazione, rispetto delle regole ,il ritmo e il gioco di squadra.
Nell’atletica leggera il gioco è alla base di un buon futuro per gli atleti poiché è grazie ad esso che si riesce a far fare ai ragazzi qualcosa senza far capire loro l’utilità che quel tipo di gioco-esercizio può avere. Nell’età più piccola le attività ludiche proposte devono avere difficoltà crescenti tenendo presente queste caratteristiche:
- Variare l’esecuzione del movimento
- Dare spiegazioni brevi consegne chiare e semplici che diano dinamicità all’azione
- Variare di volta in volta ritmo e velocità di azione
- Combinare le abilità apprese
- Variare le informazioni attraverso l’impegno di altri canali (visivi, acustici, tattili, cinestetici)
- Eseguire i movimenti attraverso spazi di azione
- Ripetere i giochi con regolarità aumentando di volta in volta la complessità
Un elemento molto importante e caratteristico dell’atletica è la corsa: correre saltando ciò che si incontra è un buon metodo per avviare i ragazzi agli ostacoli senza che se ne rendano conto e magari vincendo da subito la paura di un “pericolo” da superare obbligatoriamente. L’unione di più schemi motori dà vita a tutti i gesti dell’atletica che gradualmente vengono appresi elaborati e perfezionati fino poi a raggiungere un alto livello di prestazioni nelle fasce di età successive.
La corsa è lo schema fondamentale da cui nascono infinite attività-gioco e sulla quale si inseriscono i gesti base dell’atletica come: correre/saltare; correre/lanciare; correre/superare ostacoli. Per non fare annoiare i ragazzi si possono inserire moltissime varianti che, oltre a farli divertire, sviluppano la loro capacità ricettiva e soprattutto la loro capacità a cambiare velocemente esercizio.
Si può passare da una corsa veloce a una lenta magari a ritmo di mani per sviluppare anche l’attenzione. Corsa crescente, decrescente, sparsa, sulla linee, in cerchio, insomma la corsa può avere diverse varianti. Vi sono poi giochi che mirano a sviluppare l’equilibrio, la forza, la reattività, tutte abilità fondamentali in ogni aspetto dell’atletico. Crescendo il ragazzo inizia a conoscere il suo corpo, ad usare le spinte dei piedi, per esempio, la coordinazione degli arti nei salti, la forza utilizzata nei lanci, senza anche qui dimenticare la coordinazione dei movimenti.
I percorsi di circuiti permettono molteplicità di situazioni ed un’ampia variazione di difficoltà. Se eseguiti velocemente sono particolarmente utili per lo sviluppo della velocità, se eseguiti a ritmo controllato per il rinforzo dell’apprendimento tecnico-coordinativo. Poiché i bambini ricercano gratificazioni immediate è necessario proporre tante situazioni utilizzando mezzi diversi per ottenere lo stesso fine, come attrezzi sostitutivi, organizzazione di gruppi od obiettivi secondari senza mai perdere di vista la parte ludica e non agonistica. Grazie alle variazioni rimane così vivo nel bambino l’aspetto motivazionale che contribuisce a rafforzare l’interesse per l’atletica.
Solo facendo divertire i bambini non rischieremo di far loro abbandonare l’attività; inoltre, un aspetto assolutamente rilevante è il gruppo. L’amicizia che viene rafforzata grazie al gioco e alla bravura dell’educatore contribuisce, senza dubbio, ad aumentare la voglia di fare atletica nei nostri ragazzi.
La tecnica non va allenata nei bambini, ma allo stesso tempo nemmeno trascurata, perché un suo sviluppo carente impedisce che l’atleta riesca a trasformare il suo crescente potenziale fisico in risultati elevati della sua prestazione nello sport specifico.
A cura della Dottoressa Debora Fontana
Psicologa e Psicoterapeuta Familiare