Per allergia al veleno di imenotteri si intende una reazione esagerata alla loro puntura. È dovuta a una sensibilizzazione allergica verso alcune componenti del veleno iniettato dall’insetto ed è importante riuscire a distinguere una reazione normale da una allergica.
Diversi insetti con pungiglione, pungendo la pelle, iniettano sostanze nocive che provocano bruciore, rossore, dolore e prurito. Questa reazione è assolutamente normale se localizzata nella sede della puntura e se è limitata nell’estensione, nella gravità e nella durata. Si parla di allergia al veleno degli imenotteri quando la reazione locale è eccessiva: troppo estesa, grave e duratura. In qualche caso viene interessata gran parte di un arto, il rigonfiamento raggiunge un picco massimo entro le 48 ore e può durare fino a 7-10 giorni. A volte si presentano anche febbre (lieve rialzo della temperatura corporea), spossatezza e nausea.
Talvolta, reazioni locali normali si accompagnano a:
− reazioni in zone di pelle molto distanti dalla zona della puntura;
− reazioni dell’apparato respiratorio (crisi d’asma);
− reazioni dell’apparato cardiocircolatorio (grave calo della pressione).
In Italia, gli imenotteri che provocano più frequentemente allergie sono: le api, le vespe e i calabroni.
Principali reazioni allergiche
Le principali forme di allergia al veleno degli imenotteri sono:
− orticaria (eruzione cutanea con prurito);
− angioedema (gonfiore sottocutaneo, spesso sul volto e sulle labbra);
− edema della glottide (rigonfiamento del laringe all’altezza delle corde vocali, che può impedire anche del tutto il passaggio dell’aria);
− asma (restringimento improvviso, anomalo e persistente dei bronchi dovuto a spasmo della parete bronchiale e abbondante secrezione dì muco);
− shock anafilattico (grave calo di pressione marcato e persistente).
Quasi 2 persone su 100 vanno incontro a reazioni allergiche locali quando vengono punte da un imenotteri. Fortunatamente, tra i bambini è molto più bassa che negli adulti. Purtroppo ogni anno muoiono in Italia, per reazioni allergiche al veleno degli imenotteri, da 5 a 20 persone (adulti e bambini), in genere a causa di edema della glottide e dello shock anafilattico.
L’ostruzione grave e potenzialmente fatale delle vie aeree si manifesta generalmente con:
− raucedine;
− difficoltà a parlare;
− tosse insistente;
− soffocamento;
− gola serrata.
Cosa fare in caso di puntura di insetto
In caso di puntura di un qualche imenottero, è importante compiere tempestivamente alcune importanti azioni:
− rimuovere immediatamente (entro 20 secondi) il pungiglione, se è visibile, con un movimento secco e rapido (usando le unghie o le pinzette). Trascorsi i primi 20 secondi l’operazione risulterà meno utile perché tutto il veleno sarà stato ormai liberato;
− applicare nella zona colpita qualcosa di freddo (ghiaccio, impacchi freddi);
− identificare, se possibile, l’insetto responsabile;
− rivolgersi al medico oppure al pronto soccorso;
− pianificare una visita specialistica dall’allergologo se la reazione è stata molto importante o se classificata come reazione allergica .
I bambini allergici ad altre sostanze (ai pollini, acari, gatto, latte, uovo…) non hanno un rischio maggiore dei bambini non allergici di sviluppare, se punti, un’ allergia al veleno degli imenotteri.
Lo specialista allergologo
L’allergologo effettuerà un colloquio e una serie di esami con l’obiettivo di verificare che si tratti di una reazione allergica, identificare l’insetto che l’ha causata e verificare attraverso il dosaggio delle IgE specifiche, l’esistenza di sensibilizzazione allergica verso il veleno di una o più specie di insetti. In seguito, prescriverà dei farmaci di pronto impiego da utilizzare in caso di ulteriori reazioni allergiche scatenate da puntura d’insetto. Sarà inoltre sua cura informare e istruire circa le situazioni a maggiore rischio per la puntura di insetti e su come evitarle – prevenzione – e sulle modalità di impiego dei farmaci di emergenza da usare in caso di reazione – terapia immediata.
Il medico specialista verificherà l’indicazione a praticare una immunoterapia specifica che serve a desensibilizzare il soggettonei confronti del veleno specifico, agendo in modo da prevenire le reazioni a eventuali successive punture. Eventuali test cutanei a lettura immediata per veleno di imenotteri possono causare una reazione allergica grave. Vanno quindi eseguiti in un servizio allergologico specialistico che abbia la possibilità di ricoverare immediatamente all’interno di un servizio di rianimazione.
Quali farmaci somministrare
In caso di una reazione locale a una singola puntura – ape, vespa o calabrone – oltre al ghiaccio e a eventuale analgesico, si può somministrare un antistaminico per bocca e l’applicazione locale di una pomata cortisonica. Il medico, se necessario, prescriverà una terapia antinfiammatoria a base di cortisone per bocca per 3-7 giorni.
In caso di allergia al veleno d’insetto grave – anafilattica – è essenziale somministrare il prima possibile e in maniera corretta una dose di adrenalina per via intramuscolare nella coscia (meglio della via sottocutanea perché agisce più rapidamente) da ripetere anche dopo 10 minuti circa, se necessario.
L’allergologo consiglierà il tipo di adrenalina a pronto impiego che va somministrata al bambino, specie in condizioni di maggiore rischio, e istruirà i genitori o il bambino su come utilizzarla correttamente. Esistono preparazioni di adrenalina “pronto-impiego” a forma di penna che, premute sulla cute in vicinanza della puntura, inoculano automaticamente l’adrenalina e sono particolarmente utili per interventi rapidi ed efficaci.
Vanno periodicamente rinnovate alla scadenza e portate sempre con sé. Successivamente sarà opportuno somministrare anche antistaminici e cortisone per via endovenosa o intramuscolare.
La cura e il vaccino
L’immunoterapia desensibilizzante consiste nella inoculazione sottocutanea di dosi crescenti del veleno cui il bambino è sensibilizzato, partendo da dosi estremamente basse. Ovviamente si tratta di una procedura non priva di rischi che va condotta in un centro allergologico altamente specializzato, in grado di condurre la vaccinazione in completa sicurezza. Il vaccino va proseguito per 3-5 anni e l’effetto si mantiene solitamente per molti anni dopo la sospensione della cura. In condizioni particolari può essere effettuato rapidamente in pochi giorni, ma questo metodo va esclusivamente utilizzato in ospedale, con il bambino ricoverato.
Nel bambino l’immunoterapia contro il veleno di un imenottero va iniziata in caso di reazioni anafilattiche gravi, ad alto rischio (figlio di agricoltori, apicoltori, bambini che abitano in campagna, etc). Nell’adolescente va iniziata anche in caso di reazioni allergiche di medio-alta intensità anche se non è a rischio la sopravvivenza del paziente.
[Fonte: Ospedale Bambin Gesù]