Cosa si intende per famiglia omogenitoriale? L’omogenitorialità ( o omoparentalità) è il legame, di diritto o di fatto, tra uno o più bambini (sia figli biologici sia adottati) e una coppia di persone omosessuali.
Al di là delle opinioni personali in merito, La famiglia omogenitoriale segna un importante punto di partenza per ripensare il concetto e l’organizzazione della “forma familiare”. Le funzioni genitoriali in essa esercitate mostrano che la coppia eterosessuale con figli ha smesso di essere l’unica via di accesso alla (ri)produzione sociale.
La famiglia omogenitoriale in Europa
I tempi ci hanno abituati a valutazioni politiche, sociali e giuridiche sul riconoscimento della coppia di persone dello stesso sesso, sul matrimonio egualitario, sulle unioni registrate, sui PACS, sulle civil partnership, ecc., ma non abbastanza si sa e si discute sulla condizione di figli e figlie delle “rainbow family”, mentre il benessere del bambino è centrale nel diritto internazionale, costituzionale e privato ed è proprio il principio della salvaguardia del minore ad avere forza dirompente a sostegno di queste nuove famiglie.
Poiché spesso, per accelerare il riconoscimento dei propri diritti, la famiglia omogenitoriale italiana si trova costretta a spostarsi all’interno dell’Unione Europea, verso paesi in cui la difesa dei diritti fondamentali è meno frenata da impostazioni ideologiche e più orientata alla tutela degli esseri umani e dei loro bisogni reali, acquisire una prospettiva europea diventa un elemento di fondamentale importanza. Infatti, il riconoscimento di status familiare, l’accesso alle tecniche di fecondazione assistita, l’adozione e la tutela giuridica di figli e figlie variano in maniera rilevante all’interno dell’Unione.
La famiglia omogenitoriale in Italia
A differenza che nel resto di Europa, in Parlamento si rimanda la legge sulle unioni civili, e i più ottimisti cominciano a disperare di riuscire ad avere un’approvazione di legge come regalo da mettere sotto l’albero di Natale, e la Corte di Strasburgo ha richiamato l’Italia a prevedere norme comparabili a quelle vigenti nella maggior parte dei paesi dell’Unione.
Nel frattempo, piaccia o meno, l’omogenitorialità è una realtà in Italia. Nel mondo reale, infatti, la famiglia omogenitoriale c’è, si muove, dà origine a situazioni concrete che determinano la necessità improrogabile di estendere anche ad essa il progressivo riconoscimento dei diritti di cui già godono le altre famiglie.
La realtà delle famiglie omogenitoriali pone quindi interrogativi sulla capacità della politica italiana di comprendere un mutamento di tale portata supportando padri, madri e figli nella gravosa battaglia quotidiana del riconoscimento dei propri diritti; anzitutto di quelli genitoriali. Nel nostro paese, infatti, il destino dei bambini delle famiglie omogenitoriali spesso dipende dalla “buona volontà” dei giudici.
Parliamo, in questa sede, ovviamente, senza sconfinare in altri ambiti, di diritti civili; quei diritti, cioè, che garantiscono una equiparazione a livello LEGALE tra membri di una famiglia tradizionale e quelli facenti parte di nuclei omogenitoriali, in particolar modo i bambini. Bambini, questi ultimi che hanno, di fatto, due genitori ma a cui la legge ne riconosce uno soltanto, quello biologico. Partiamo, in questo caso, dalla cosiddetta stepchild adoption, ovvero il diritto al riconoscimento del bambino da parte del genitore non biologico: in Italia, infatti, i bambini nati all’interno di una famiglia omogenitoriale non hanno la possibilità di vedersi riconosciuti entrambi i genitori con la conseguente, inevitabile, sperequazione sociale che ne consegue.
In conclusione possiamo riassumere che in Italia quello che ancora manca non è solo un riconoscimento formale dei ruoli, ma la possibilità di assegnare a queste famiglie l’insieme di tutti i diritti di cui beneficiano le altre forme familiari.