Come fare quando ci troviamo a dover affrontare il tema delle festività con la nostra badante? Ecco alcune normative per non arrivare impreparati.
La badante come qualsiasi collaboratore domestico, che può essere il maggiordomo come la baby sitter, tata bambinaia, nanny o anche la cameriera e cuoca, ha diritto al giorno di riposo durante le festività.
In Italia, la domenica è considerata sempre un giorno festivo, pertanto ogni attività lavorativa è sospesa. Qualora si richiedesse la disponibilità a svolgere una prestazione lavorativa è prevista una maggiorazione equivalente al 60% del normale orario di lavoro. Inoltre, le ore lavorate durante le festività devono essere indicate in busta paga sotto la voce “lavoro straordinario festivo,” e dovrà essere indicato sia il numero delle ore straordinarie lavorate che la loro retribuzione.
La legge oltre alla domenica inoltre riconosce come festività i seguenti giorni:
• Capodanno (1° gennaio)
• Epifania (6 gennaio)
• Pasqua (la domenica successiva al primo plenilunio successivo al 12 marzo)
• Lunedì dell’Angelo, o Pasquetta (il lunedì dopo la Pasqua)
• Festa della Liberazione (25 aprile)
• Festa dei Lavoratori (1° maggio)
• Festa della Repubblica (2 giugno)
• Assunzione della Vergine Maria o Ferragosto (15 agosto)
• Ognissanti (1° novembre)
• Immacolata Concezione (8 dicembre)
• Natale (25 dicembre)
• Santo Stefano (26 dicembre)
• Festa del Santo Patrono del luogo dove si svolge il rapporto di lavoro.
Inoltre la legge, non stabilisce un giorno di festività settimanale secondo le proprie credenze religiose (ad esempio il venerdì è il giorno santo per i musulmani) ma è tuttavia possibile concordare un giorno alternativo alla domenica chiamato “giorno di riposo compensativo”, in fase di negoziazione del contratto.
Qualora abbiate bisogno di una sostituta per la vostra badante o il vostro collaboratore domestico che ha deciso di usufruire delle giornate di festività, potete scegliere di “assumere” la vostra o il vostro sostituto utilizzando come metodo di pagamento i voucher inps, fino ad un massimo di 2000€ all’anno.