Quando la colf si ammala: come è disciplinata la malattia, chi paga, come viene gestita e retribuita la colf quando si ammala? Ecco un vademecum per non smarrirsi, pratico e chiaro.
Quando la colf si ammala? Un collaboratore domestico si considera in malattia, alla pari degli altri lavoratori dipendenti, quando ha una temporanea inabilità al lavoro (è impossibilitato a lavorare) a causa di una patologia.
Cosa deve fare il lavoratore
Quando la colf si ammala (ma anche la badante, o la babysitter), è suo compito comunicarlo immediatamente al datore di lavoro, salvo cause di forza maggiore o impedimenti, entro l’orario previsto per l’inizio della prestazione lavorativa; successivamente, il lavoratore deve farsi fare e poi consegnare al datore di lavoro, entro due giorni dal rilascio, il certificato medico rilasciato entro il giorno successivo all’inizio della malattia.
Per i conviventi che sono in casa non serve consegnare il certificato a meno che non venga richiesto dal datore di lavoro.
Cosa deve fare il datore di lavoro
Quando la colf si ammala, l’Inps non assicura i lavoratori domestici per questo rischio. La retribuzione nei giorni di malattia è dunque a carico del datore di lavoro, ma solo fino a un numero massimo di giorni nell’anno solare.
Oltre alla conservazione del posto di lavoro, il datore di lavoro deve infatti garantire al lavoratore il pagamento della metà del salario pattuito per i primi tre giorni e del salario intero per i giorni successivi, fino a un massimo di:
– 8 giorni, per anzianità fino a sei mesi;
– 10 giorni, per anzianità da sei mesi a due anni;
– 15 giorni, per anzianità superiori a due anni.
Negli eventuali giorni di ricovero ospedaliero o di degenza presso il datore di lavoro, al lavoratore convivente non spetta l’indennità di vitto e di alloggio.
Il conteggio dei giorni totali massimi e la retribuzione non vanno calcolati conteggiando solo i giorni di effettivo lavoro, ma:
– si contano tutti i giorni del certificato comprese domeniche e non lavorativi;
– si contano come giorni di malattia i giorni negli ultimi 12 mesi ossia tutti i giorni dei certificati e non solo i lavorativi.
– vengono retribuiti solo quelli in cui il collaboratore lavora.
– ogni inizio di malattia con certificato diverso si contano i primi 3 giorni al 50% e i rimanenti fino al massimo annuale al 100%. Ciò significa che se il primo, il secondo o il terzo giorno di malattia cadono in un giorno lavorativo si paga al 50%, se invece cadono nei giorni successivi al 100%.
Conservazione del posto di lavoro
Quando la colf si ammala, convivente o non convivente, ha diritto alla conservazione del posto, per periodi differenti secondo l’anzianità maturata presso la stessa famiglia:
- 10 giorni, per anzianità fino a sei mesi;
- 45 giorni, se ha più di sei mesi e fino a due anni di servizio;
- 180 giorni, se l’anzianità di servizio supera i due anni.
I periodi relativi alla conservazione del posto di lavoro si calcolano nell’anno solare, intendendosi per tale il periodo di 365 giorni decorrenti dall’evento.