L’amore nella terza età fa bene e può essere bello anche di più dell’amore tra giovani. “La vecchiaia è una malattia incurabile” ho sentito dire una volta…..ma non è proprio così.
La vecchiaia fa paura per molte ragioni ed una delle principali è la solitudine. Non è la vecchiaia la vera malattia, ma piuttosto è la solitudine la malattia più grave dell’anziano, ed è quella più difficile da combattere perché non ci sono medicine da prendere che tengano. L’amore nella terza età può essere un’esperienza salvifica.
L’amore nella terza età
Fortunatamente, si è compreso che provare sentimenti e pulsioni sessuali in età avanzata non è sintomo di perversione o anormalità, e non è più un tabù innamorarsi e intraprendere nuove relazioni. L’amore nella terza età è possibile.
Un essere umano rimane tale anche dopo la menopausa o l’andropausa, il desiderio fisico non sparisce con la cessata capacità di procreare, così come la voglia di stare bene con un’altra persona non si assopisce con il passare del tempo. E meno male, perché l’amore, quello si che combatte la solitudine. E’ la panacea, l’antidoto perfetto, la cura di tutto.
D’altro canto, vivere una relazione amorosa nella terza età vuol dire voler godere del momento senza fare progetti a lungo termine e senza cadere nella routine.
Il sesso nella terza età
Amore e sessualità non hanno età. E’ possibile affermare che il soddisfacimento per la propria vita sessuale assuma in senescenza una dimensione ancora più rilevante, perché la persona anziana ha bisogno di continuare a sentirsi amata, a percepire attenzione e affetto, a sentirsi soggetto e oggetto di interesse sessuale.
Ecco perché se facessimo un sondaggio resteremmo stupefatti nel constatare che gli anziani non rinunciano alla passione e alla sessualità. Anzi, Leggendo il Rapporto Italia dell’Eurispes si scopre che tre quarti degli uomini e due terzi delle donne oltre gli 80 anni sono attivi sessualmente. Espressione dentro cui ci sta tutto ciò che è eros. Gli anziani hanno rapporti frequenti. E li vivono con serenità e soddisfazione.
Il Censis entra ancora di più sotto le lenzuola: l’amore nella terza età è una realtà. Scopriamo infatti che il 39 per cento dei settantenni fa ancora l’amore (la maggioranza di loro almeno una volta al mese). Per dimostrare affetto e complicità (lo dice il 50 per cento degli intervistati) ma anche perché al piacere fisico non vogliono rinunciare (23 per cento). Ma oltre le cifre, ci sono le voci dei diretti interessati a confermare una sorprendente vivacità. Voci raccolte sul luogo di seduzione per eccellenza per chi è nato tra gli anni Venti e Trenta: la pista da ballo.
L’amore nella terza età: la casa di riposo
Sono infiniti i luoghi dove l’amore può esprimere tutta la sua potenza e capacità salvifica. Del resto l’amore permea ogni luogo, anzi prolifera proprio dove ce n’è più bisogno. Ospedali, case di cura e di riposo, diventano sempre più frequentemente scenari di storie d’amore tanto intense quanto–ai nostri occhi- improbabili. L’amore, infatti, si dice che non abbia confini. Quella che può apparire come una frase fatta, è invece una realtà affettiva vissuta sempre più spesso dagli anziani, inclusi quelli che vivono nelle case di riposo.
E non bisogna stupirsene perché queste strutture offrono anche la possibilità di sviluppare una fitta rete di relazioni sociali, dalle quali possono nascere anche sentimenti molto profondi. Si collega sempre l’amore alla giovinezza, senza riflettere sul fatto che la terza età è una delle fasi della vita durante le quali si è più bisognosi di calore umano e di affetto, in cui quindi c’è ancora spazio anche per il desiderio di innamorarsi.
Perciò non scandalizziamoci, nel momento in cui nasce un sentimento d’amore tra due anziani, esso va valorizzato, e non demonizzato, perché fonte di benessere per entrambi.