La memoria degli anziani: con il passare degli anni si sa, la memoria inizia a vacillare e a non funzionare come una volta.
I fattori della memoria
Nonostante gli studi affrontati negli ultimi anni, una vera e propria conoscenza esauriente dell’effetto dell’invecchiamento sulle capacità mnemoniche dell’individuo è ben lontana dall’essere raggiunta. Questo perché La memoria è, accanto all’intelligenza, una delle funzioni più complesse dell’attività umana. Il nostro cervello riceve ed elabora quotidianamente una mole impressionante di dati, stimoli ed informazioni che poi vengono immagazzinati nella memoria.
La memoria degli anziani è di due tipi: c’è chi ricorda soprattutto i dettagli degli eventi del passato; c’è chi invece ricorda bene i fatti ma non saprebbe raccontarne i particolari.
Queste due grandi differenze possono associarsi a una diversa risposta all’invecchiamento: chi ha una memoria episodica è più sensibile a variazioni anche minime nella capacità di recuperare ricordi. Le persone con la memoria semantica, coloro che ricordano bene i fatti ma non ricordano i particolari, sono più tolleranti ai deficit correlati all’età.
D’altro canto, troppo spesso si tende a liquidare con una certa faciloneria episodi di perdita o riduzione della memoria degli anziani all’invecchiamento, e così disturbi lievi vengono spesso trascurati laddove, invece, L’efficacia di un intervento terapeutico per la perdita di memoria è condizionata dalla tempestività con la quale si riconosce una malattia. Occorre, quindi, distinguere tra quegli aspetti della memoria che subiscono un deterioramento progressivo legato all’invecchiamento, e quelli che invece possono essere legati al manifestarsi di una patologia specifica. Altro è, ancora, quando la memoria risulta minata da patologie legate agli organi di senso. Un anziano che ha problemi di udito, ad esempio, può apparire smemorato, quando, invece, il vero problema è la mancanza di corrette informazioni. Allo stesso modo, la prontezza di memoria dipende dal livello di attenzione che l’individuo destina agli eventi. Ad esempio, l’ansia e la depressione, molto frequenti nell’anziano, sono fattori che monopolizzano l’attenzione in modo da rendere impossibile al soggetto di concentrarsi su qualsiasi altra cosa.
I rimedi
Se è vero indubitabilmente che la memoria declina con l’età, comunque essa può continuare a funzionare normalmente se la si aiuta. Negli anziani l’apprendimento e la capacità di memoria nel loro insieme persistono abbastanza normali. Svariati ricercatori stimano che la memoria inizi a diminuire poiché una persona smette di utilizzare i metodi abitualmente adoperati in passato per ricordare con migliori risultati. L’abilità non sfruttata viene perduta.
Ecco che, quindi, per combattere i problemi con la memoria degli anziani si possono adottare alcuni accorgimenti atti a scongiurarli o a ridurli notevolmente. Esistono metodi ed esercizi che possono aiutare a mantenere giovane la memoria oppure a bilanciarne le lacune. Innanzitutto, la memoria richiede una partecipazione attiva. L’attenzione e la concentrazione sono necessari ad attivare i meccanismi cerebrali della memoria e dell’apprendimento. Ci si può aiutare ad esempio con degli ausili: sveglie, timer, nodi ai fazzoletti ma anche blocchi per gli appunti, agende, computer, registratori ecc..
Innanzitutto, bisogna tenere la mente allenata. Leggere un libro, tenere un diario, fare le parole crociate sono tutti ottimi esercizi per mantenere il cervello attivo.
Poi, bisogna tenere allenato anche il corpo. Fare esercizio fisico, come ad esempio delle lunghe camminate, o della ginnastica dolce, è essenziale. Allevia lo stress, riduce la depressione e l’ansia, favorisce la circolazione e stimola i sensi.
Anche il gioco aiuta la memoria degli anziani. Le bocce, il biliardo, le carte favoriscono l’aggregazione ed il confronto, limitano l’isolamento ed aiutano i processi di elaborazione, assimilazione, classificazione, seriazione e rappresentazione.