Dal 1 settembre 2017 entrano in vigore importanti modifiche per quanto riguarda l’invio e la rettifica del certificato di malattia. Con la circolare 79/2017 l’INPS ha chiarito la nuova normativa sulla riforma della pubblica amministrazione.
Dal 1 settembre 2017 entreranno in vigore, secondo quanto stabilito dalla riforma della pubblica amministrazione recentemente pubblicata, nuove regole e modifiche, sulle norme che regolamentano le assenze sul posto di lavoro e l’invio del certificato di malattia.
L’INPS ha ritenuto opportuno chiarire i diversi aspetti della nuova normativa all’interno della circolare 79/2017. La suddetta è riferita, nello specifico alla riduzione del periodo di prognosi riportato nel certificato medico inviato in forma telematica.
Nel caso ipotizzato all’interno della circolare 79/2017, il paziente che rientra sul posto di lavoro (anche previo accordo con il proprio datore) prima dello scadere della prognosi indicata sul certificato medico, compie un illecito.
In questi casi, il lavoratore, se non ha comunicato tempestivamente la rettifica della prognosi andrà incontro ad una sanzione amministrativa.
La mancata rettifica del periodo di prognosi, prevede una serie di conseguenze amministrative, che qualora si verificassero, vanno ad aggravare l’illecito. Tra questi vi è pagamento perpetrato dell’indennità di malattia (che come noto è a carico dell’INPS) e l’invio dei controlli domiciliari medici.
È quindi importante capire che, qualora venga trovato assente presso il suo domicilio, il lavoratore in malattia che è rientrato in anticipo sul posto di lavoro, può ugualmente incorrere nella sanzione prevista per i casi di assenza ingiustificata a visita di controllo.
Tale sanzione, è pari al 100% dell’indennità per un massimo di 10gg, in caso di primo controllo da parte del medico fiscale.
La rettifica del certificato di malattia, da quanto riportato sulla circolare 79/2017, è anche un preciso obbligo del datore di lavoro. È infatti stabilito dalla normativa che il titolare non può consentire al proprio lavoratore di riprendere la normale attività lavorativa con una prognosi di malattia ancora in corso, secondo quanto riportato nella normativa sulla salute e sicurezza dei posti di lavoro.
Nella nuova normativa della pubblica amministrazione non sono tuttavia presi in esame solamente i casi riguardanti l’invio e la rettifica dei certificati di malattia, ma sono anche stati modificati gli orari e le regole previste per le visite fiscali.
Verrà creato infatti un unico polo per le visite fiscali con a capo l’INPS. L’ente avrà il compito di gestire le visite sia per i dipendenti pubblici che per quelli privati. Verranno inoltre modificate anche le fasce di reperibilità puntando ad avere un unico orario per entrambi i settori.
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