La sindrome del deficit di attenzione e iperattività è spesso denominata con l’acronimo: ADHD (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder), in Italia DDAI (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività).
Il DDAI è un disturbo del comportamento dei bambini, caratterizzato da inattenzione, impulsività e iperattività motoria, che causa difficoltà nell’interazione con altri bambini.
La sindrome da deficit di attenzione e iperattività è stata descritta nel 1902 da George Still in un saggio. Negli anni Trenta le ricerche progredirono arrivando ad associare i sintomi dell’iperattività con quelli della disattenzione. Con il passare degli anni, questa sindrome ha suscitato moltissima curiosità negli studiosi di tutto il mondo tanto che dalla pubblicazione della terza edizione riveduta del DSM (DSM-III-R, 1987), il DDAI è diventato la sindrome infantile più studiata in tutto il mondo.
Secondo alcune stime il DDAI è presente tra la popolazione in età scolare in percentuali comprese tra il 3% e il 5%; con un rapporto maschi/femmine che va da 4:1 a 9:1.
Per poter diagnosticare il disturbo da deficit di attenzione, un bambino deve presentare almeno 6 sintomi per un minimo di sei mesi e in almeno due contesti; inoltre, è necessario che tali manifestazioni siano presenti prima dei 7 anni di età e soprattutto che compromettano il rendimento scolastico e/o sociale.
Ma quale sono i disturbi che possono farci mettere in allarme e capire un bambino soffre di sindrome del deficit di attenzione e iperattività?
Nel caso della disattenzione i criteri diagnostici sono:
- Il bambino spesso fallisce nel prestare attenzione ai dettagli o compie errori di inattenzione nei compiti a scuola;
- spesso ha difficoltà nel sostenere l’attenzione nei compiti o in attività di gioco;
- spesso sembra non ascoltare quando gli si parla direttamente;
- spesso non segue completamente le istruzioni e incontra difficoltà nel terminare i compiti di scuola;
- spesso ha difficoltà ad organizzare i compiti;
- spesso evita, prova avversione o è riluttante ad impegnarsi in compiti che richiedono sforzo mentale sostenuto;
- spesso perde materiale necessario per compiti o altre attività;
- spesso è facilmente distratto da stimoli esterni;
- spesso è sbadato nelle attività quotidiane.
Come affermato prima se tali sintomi si presentano in almeno 6 forme, prima dei 7 anni di età del bambino e persistono per più di 6 mesi, avremo un caso di DDIA – sottotipo disattento.
Nel caso della impulsività e iperattività i criteri diagnostici sono:
- spesso muove le mani o i piedi o si agita nella seggiola;
- spesso si alza in classe o in altre situazioni dove ci si aspetta che rimanga seduto;
- spesso corre in giro o si arrampica eccessivamente in situazioni in cui non è appropriato;
- spesso ha difficoltà a giocare o ad impegnarsi in attività tranquille in modo quieto;
- è continuamente “in marcia” o agisce come se fosse “spinto da un motorino”;
- spesso parla eccessivamente;
- spesso “spara” delle risposte prima che venga completata la domanda;
- spesso ha difficoltà ad aspettare il proprio turno;
- spesso interrompe o si comporta in modo invadente verso gli altri.
Come affermato prima se tali sintomi si presentano in almeno 6 forme, prima dei 7 anni di età del bambino e persistono per più di 6 mesi, avremo un caso di DDAI – sottotipo iperattivo-impulsivo.
Qualora nel bambino sono presenti entrambe le problematiche, allora viene diagnosticata il DDAI – sottotipo combinato.
Insieme al disturbo da deficit di attenzione, i bambini presentano, in circa il 44% dei casi, almeno un altro disturbo psicologico, nel 32% dei casi ne presenta due e nell’11% ne presenta tre. In queste percentuali i disturbi più frequenti sono: tra il 20% e il 56% il Disturbo della Condotta, 35% il Disturbo Oppositivo/Provocatorio, il 25% dei Disturbi dell’Umore e infine 25% Disturbi d’Ansia.