Il momento della rottura delle acque è generalmente l’attimo in cui i genitori si rendono conto dell’inizio del travaglio pre parto. Cosa bisogna fare in questa situazione e chi bisogna chiamare?
Bisogna ricordare innanzitutto che quando avviene la rottura delle acque ha inizio una delle prime fasi del parto. Tuttavia non è semplice da riconoscere, a causa della totale assenza di dolore. Questo evento può anche manifestarsi prematuramente. Per tutti questi motivi è consigliato il trasporto tempestivo in ospedale della gestante.
La “rottura delle acque” avviene quando il sacco si rompe e lascia fuoriuscire il liquido amniotico. Questa procedura può essere anche effettuata manualmente da parte del ginecologo, oppure nella maggior parte dei casi dall’ostetrica, non appena il collo dell’utero sarà ben dilatato. Questa pratica prende il nome di amnioressi o amniotomia.
Nell’80% dei casi, nelle gravidanze a termine (che abbiano superato la 37a settimana) il travaglio ha inizio nelle 24 ore successive alla perdita di liquido amniotico.
Ma come si differenzia il liquido amniotico dall’urina?
Spesso molte mamme non riescono a riconoscere la differenza tra liquido amniotico e urina, a causa delle frequenti perdite che avvengono per la forte sollecitazione del perineo.
Si differenziano principalmente per il colore: il primo è incolore e soprattutto inodore a differenza dell’urina. Inoltre il getto è continuo ed ha una temperatura di circa 37°C.
Inoltre è bene ricordare che la “borsa delle acque” è circondata dal liquido amniotico e formata dalle urine del bambino, non appena i suoi reni iniziano a funzionare, ovvero dal 3 mese di gestazione.
Cosa fare in caso di rottura prematura delle acque?
La rottura del sacco amniotico avviene intorno alla 37a settimana. Qualora l’evento avvenisse prima di tale periodo, è definita rottura prematura delle acque. Questa situazione può portare a due possibili rischi: un parto prematuro e un’infezione fetale.
Se la rottura prematura delle acque avviene prima della 33a settimana, la mamma dovrà essere trasferita nel reparto di terapia intensiva prenatale. I medici cercheranno di rallentare l’inizio del travaglio, fino alla 34a settimana, così da consentire la completa formazione degli organi nel bambino.