Assistenza, Cura degli Anziani,

L’Operatore Socio Sanitario

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L’Operatore Socio Sanitario: chi è, dove interviene, come opera. Il contesto sociale di riferimento.

Quella dell’Operatore Socio Sanitario è una figura dai contorni apparentemente sfuggenti, che troppo spesso viene confusa con quella del badante. Ma sono due figure molto differenti.

Chi è l’OSS

Ci troviamo in un’epoca di forti cambiamenti sociali, politici, ambientali e demografici; la nostra è una società in piena transizione, dove l’età media si è andata innalzando sempre più, le nascite sono ai minimi storici e gli anziani sono sempre più numerosi e sempre più anziani.

Questa trasformazione ha portato con sé anche l’insorgenza di malattie a carattere cronico degenerativo caratteristiche dell’invecchiamento, che richiedono interventi sociali, sanitari ed economici di cui le famiglie, i pazienti, le organizzazioni, le istituzioni e tutta la comunità devono farsi carico.

L’Operatore Socio Sanitario è una figura professionale che risponde a questa esigenza, appartenente alle professioni socio sanitarie, prevista in Italia. È una figura di supporto, e l’infermiere è legalmente il suo responsabile diretto.

Cosa fa l’OSS

L’Operatore Socio Sanitario svolge la sua attività sia nel settore sociale che in quello sanitario, aiutando le persone a soddisfare i propri bisogni fondamentali, e favorisce il benessere e l’autonomia di coloro che vivono una condizione di difficoltà, sia a casa (assistenza domiciliare), che in ospedale o nelle strutture (ospedale, case di cura private, residenze sanitarie, case di riposo, centri diurni).

L’OSS lavora con persone che vivono in una condizione di disagio sociale, fragili o che sono malate: anziani con problemi sociali e sanitari, famiglie, bambini e ragazzi problematici, persone disabili, adulti in difficoltà o con problemi psichiatrici.

L’Operatore Socio Sanitario deve saper lavorare in équipe nella quale confluiscono più professionalità, come assistenti sociali, educatori, medici, infermieri, fisioterapisti e animatori. E’, all’occorrenza, anche in grado di collaborare con associazioni di volontariato e con le famiglie degli assistiti, coinvolgendo in particolare i caregiver (ad esempio il classico badante) nell’assistenza, garantendo educazione sanitaria e supporto nell’accesso ai servizi.

E’ dotato di:

Competenze tecniche: analizzando i bisogni della persona, l’Operatore Socio Sanitario è quell’operatore che è in grado di garantire l’igiene alla persona, l’espletamento delle funzioni biologiche, l’aiuto o sostegno nella mobilizzazione/deambulazione e il mantenimento di una corretta postura. L’OSS sviluppa competenze riguardo il controllo e l’assistenza durante la somministrazione delle diete, assicurando al paziente una nutrizione adeguata.

Competenze relazionali: l’Operatore Socio Sanitario sa lavorare in équipe multiprofessionale, garantendo il suo contributo all’assistenza sanitaria al paziente; sa coinvolgere la famiglia dell’assistito fornendo sostegno; agisce secondo norme etiche e gestisce i propri interventi assistenziali con riservatezza garantendo la privacy all’utente.

Competenze specifiche: l’OSS conosce le condizioni di rischio e le più comuni sindromi da prolungato allettamento e immobilizzazione; attua i principali interventi semplici di educazione alla salute e prevenzione delle complicanze in pazienti con compromesso stato di benessere.

Come si forma l’OSS

L’Operatore Socio Sanitario, a seguito del conseguimento dell’attestato di qualifica ottenuto al termine di un percorso di studi, svolge un’attività indirizzata a soddisfare i bisogni primari della persona.

In Italia le giunte regionali programmano l’attivazione dei corsi in funzione del fabbisogno professionale, stabilendo quanti saranno i posti disponibili per accedere alla formazione, per la quale gli aspiranti OSS (maggiorenni in possesso del diploma di scuola secondaria di primo grado) dovranno sostenere e superare una prova di selezione. Per i cittadini non italiani è previsto, tra i requisiti di accesso, il possesso di un adeguato livello di competenza linguistica (A2 del Quadro Comune Europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue), livello minimo che consente la comprensione del piano formativo.

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