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Obesità infantile

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Obesità infantile: un fenomeno italiano. Se nostro figlio introduce abitualmente più calorie di quante ne riesca a smaltire, rischia di passare da una condizione di mero sovrappeso, a quella di obeso. In Italia, il fenomeno dell’obesità infantile, colpisce ormai un bambino su quattro.

Quando un bambino può essere definito obeso?

Obesità infantile: non è semplice determinare la condizione di obeso in un bambino, a differenza dell’adulto il cui peso ideale è determinato da un indice, il BMI (Indice di Massa Corporea). Per i bambini il BMI non funziona, in considerazione della loro poca altezza, ed allora in Italia il Ministero della Sanità è ricorso ad un altro sistema di misurazione. Viene infatti definito in sovrappeso un bambino che superi dal 10 e fino al 20% il proprio peso ideale, ed obeso un bambino che lo superi oltre il 20%.

Ma qual è il peso ideale del nostro bambino?

L’obesità infantile deve essere diagnosticata. Se nostro figlio è normopeso o meno  lo dovrà indicare il nostro pediatra che utilizzerà a tale scopo, come riferimento, le famose tabelle dei percentili, cioè quei grafici che tanto spesso ci sono stati presentati nel corso della loro crescita, che mettono a paragone i valori percentuali di peso e di altezza dei bambini distinti per sesso ed età.

Quali sono le cause dell’obesità infantile?

L’obesità infantile può generare da una molteplicità di fattori, più o meno evidenti che, nella maggior parte dei casi, interagiscono tra loro. In primo luogo, è dovuta ad un’eccessiva e cattiva alimentazione, legata o meno ad una ridotta attività fisica ed a fattori di tipo genetico – familiare. Rari sono i casi di obesità legati ad alterazioni ormonali; infine, c’è il fattore psicologico e culturale legato alla emotività del bambino ed all’ambiente familiare.

Quali sono le ripercussioni che l’obesità provoca sulla salute del bambino?

L’obesità infantile può favorire alcune patologie gravi, tra cui sindrome metabolica, malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, complicazioni retiniche e renali, steatosi epatica non alcolica, apnea ostruttiva del sonno, sindrome dell’ovaio policistico, infertilità, asma, complicazioni ortopediche, malattie psichiatriche, cancro, ecc.  Di fatto, l’obesità infantile altera il metabolismo durante un periodo di sviluppo critico.

Le soluzioni

La soluzione principe è la prevenzione. Il Ministero della Salute ci indica i 5 passi da seguire attraverso il documento “Strategie di educazione alimentare e nutrizione”, secondo cui bisogna abituare i bambini a:

  • 3 pasti regolari più 2 spuntini;
  • evitare le merendine, specialmente se ricche di zuccheri;
  • non insistere nel farli mangiare a tutti i costi forzandoli anche quando sono sazi;
  • limitare l’apporto proteicoalternando carneuova e formaggi e preferendo il pesce;
  • abituarli ai giochi all’aperto ed all’attività fisica per bruciare caloriee per un corretto sviluppo fisico.

Se è troppo tardi per la prevenzione, ed il danno è ormai fatto, occorre rivolgersi alle figure professionali più adeguate (pediatra, dietologo, terapeuta), che sapranno pianificare un intervento mirato ed aiutarci nel percorso di dimagrimento.

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