Da una ricerca svolta da un gruppo di 33 ricercatori, si è rilevato che la sedentarietà è deleteria al nostro organismo.
La sedentarietà non è una malattia tuttavia può portare grandi conseguenze, alla pari di una patologia grave. Un gruppo internazionale di ricercatori provenienti da 33 paesi diversi da tutto il Mondo ha affermato oltre alla deleterietà della sedentarietà per il nostro organismo che è molto importante effettuare almeno 30 minuti al giorno di attività fisica intesa. Qualora questo tuttavia non fosse possibile è comunque importante effettuare minimi movimenti come andare a fare la spesa, salire e scendere le scale o semplicemente dedicarsi a piccoli lavoretti di casa basterebbero a prevenire i rischi che derivano dall’inattività fisica.
Vi sono inoltre diversi inoltre fattori che possono influire sulle conseguenze derivate dalla inattività fisica, tra cui l’età. È stato infatti riscontrato che uno stile di vita più sedentario è maggiormente frequente nelle persone avanti con l’età, quelle che si trovano quindi nella cosidetta terza età. È infatti frequente che con il passare degli anni si tende a dedicarsi meno allo sport.
Con gli anni è stato lanciato l’allarme verso la sedentarietà, tanto che i ricercatori hanno richiesto un intervento governativo soprattutto nei paesi industrializzati dove la soglia di attività fisica sembra essere maggiore rispetto che altrove.
Uno stile di vita sedentario aumenta la possibilità di riscontrare malattie cardiovascolari e cancro, oltre che ad essere uno dei principali fattori di rischio per la salute in generale. Stime attendibili le attribuiscono un milione di morti l’anno in Europa. Secondo le stesse stime, il 60-85% delle persone nel mondo conduce uno stile di vita sedentario, e che quasi due terzi dei bambini sono insufficientemente attivi.
La sedentarietà è la causa di molte malattie e invalidità dell’ultimo decennio, come ad esempio l’obesità infantile e tumori. Oltre a questi casi più gravi, si possono riscontrare malattie come il diabete mellito di tipo 2, cardiopatia, depressione e eventualmente emorroidi. Nei casi più gravi è possibile incorrere in disturbi di atrofia muscolare e indebolimento del sistema muscolare.
