Insonnia, apnee e altri disturbi del sonno sono riscontrabili principalmente nelle persone anziane.
Una persona adulta dorme di media circa tra le sette e le otto ore, mentre un anziano che vede diminuire le proprie capacità produttive arriva ad un quantitativo di circa cinque o sei ore a notte, il tutto supportato da brevi “sieste” pomeridiane, proprio per questo motivo sono i soggetti più predisposti ad avere disturbi del sonno.
Il sonno negli anziani cambia con il passare degli anni, soprattuto nella sua struttura complessiva assumendo una forma polifasica (partendo da una monofasica).
Quello che ne risente maggiormente, di questo cambiamento, è il sonno NON REM PROFONDO, andando ad espandersi di conseguenza la fase del SONNO LEGGERO.
L’American Academy of Sleep Medicine, in una sua pubblicazione ha identificato circa novanta differenti disturbi del sonno. Le più frequenti in un anziano sono insonnia e apnee notturne. L’insonnia è definita come l’esperienza soggettiva del paziente di un sonno insufficiente o di scarsa qualità. Può manifestarsi in svariati modi come la difficoltà di addormentarsi, la difficoltà di mantenere la continuità del sonno, difficoltà nel riaddormentarsi dopo essere stati svegliati o anche un risveglio precoce al mattino e un sonno non ristoratore.
Le apnee notturne identificate come sindrome delle apnee ostruttive del sonno (acronimo OSAS) sono caratterizzate da pause respiratorie nel sonno dovute a un ostruzione parziale o totale delle vie respiratorie.
Per effettuare una corretta diagnosi del sonno è spesso richiesta la stesura di un “diario del sonno” cioè un registro di almeno due settimane in cui la persona dovrà annotare e descrivere il proprio sonno e tutte le varie abitudini quali eventuali riposini o quantità di alcool assunto.
Per calcolare e riconoscere i soggetti con problemi diurni di sonnolenza è utile ricorrere alla Epworth Sleepines Scale che prende in considerazione varie situazioni della vita quotidiana. Per risolvere questi disturbi del sonno ancora prima di ricorrere ai farmaci è necessario intervenire sulle abitudini quotidiane seguendo alcune regole di igiene del sonno dettate dall’associazione italiana medica come:
- Togliere dalla camera da letto apparecchi elettronici quali televisori e computer, andando così a creare una condizione di relax.
- Avere la camera sufficientemente buia.
- Evitare nelle ore serali bevande a base di caffeina o alcoliche.
- Evitare sonnellini pomeridiani.
- Avere orari regolari sia per coricarsi che per svegliarsi.
Per chi soffre di apnee notturne è consigliabile invece perdere del peso e cercare di dormire su di un fianco.
Nei casi geriatrici l’insonnia può anche dipendere da malesseri fisici, dolori posturali e artrosi fisiologiche; può anche essere indotta da turbe metaboliche o farmacologiche. Il soggetto anziano che ha problemi d’insonnia è maggiormente predisposto ai rischi della depressione degli anziani.
Oltre alle soluzioni descritte sopra, vi sono altri rimedi per intervenire (non obbligatoriamente con l’ausilio di farmaci) sull’insonnia geriatrica, come mantenere la camera ad una temperatura costante di 18-20°C e abituarsi ad un rituale serale che renda il momento del coricarsi a letto, un attimo di relax.
È possibile inoltre assumere un ora prima di andare a dormire un integratore naturale a base di Melatonina, Zinco e Magnesio.
È stato riscontrato da uno studio condotto dall’Università di Pavia intitolato The effect of Melatonin, magnesium and zinc on primary insomnia in long-term care facility resident in Italy a double-blind, placebo-controlled clinical trial, che chi ha ricevuto il composto, ha evidenziato una qualità del sonno migliore rispetto a chi ha ricevuto il farmaco placebo (100g di polpa di pere). I pazienti hanno testato il mix di sostanze per circa 60 giorni e hanno svolto due questionari approvati dalla comunità scientifica, uno prima e uno dopo il trial medico.