Il Reggio Emilia Approach è il terzo metodo educativo più conosciuto dopo quello Montessori e Steiner.
Il Reggio Emilia Approach è nato ed è stato sviluppato in Italia grazie a Loris Malaguzzi, pedagogista e insegnante italiano, negli anni successivi alla guerra mondiale.Questo metodo educativo è una filosofia educativa che si fonda sull’immagine di un bambino, portatore di forti potenzialità di sviluppo e soggetto di diritti, che apprende e cresce nella relazione con gli altri. Non vengono stabiliti degli obiettivi finali, ma si procede per pianificazioni successive, riconsiderazioni di idee e degli obiettivi di comunicazione, il bambino quindi è libero di scegliere il percorso che più si confà alle proprie esigenze di apprendimento, coadiuvato dagli educatori nel suo svolgimento.
Il Reggio Emilia Approach ha come basi la partecipazione delle famiglie, il lavoro collegiale di tutto il personale, l’importanza dell’ambiente educativo, la presenza dell’atelier e della figura dell’atelierista, della cucina interna, il coordinamento pedagogico e didattico.
Malaguzzi affermava in merito al proprio metodo educativo: “Quello che i bambini imparano non è il risultato automatico di quello che viene loro insegnato. Piuttosto, è dovuto in gran parte al fare proprio dei bambini come una conseguenza delle loro attività e delle nostre risorse”.
Il cuore di tutto il metodo risiede nella filosofia dei “cento linguaggi” che l’uomo e quindi anche il bambino possiede:
“Gli dicono: – che il gioco e il lavoro – la realtà e la fantasia – la scienza e l’immaginazione – il cielo e la terra – la ragione e il sogno – sono cose – che non stanno insieme. – Gli dicono insomma – che il cento non c’è – . Il bambino dice: – invece il cento c’è.”
Se l’uomo e il bambino posseggono cento linguaggi questo significa che più linguaggi, più punti di vista, tengono contemporaneamente attive le mani, il pensiero e le emozioni valorizzando l’espressività e la creatività dell’individuo in quanto tale e come membro della società.
La prima scuola di questo metodo risale al 1963 ed è stata costruita nella città di Reggio Emilia, da un gruppo di genitori volontari, con fondi ricavati dalla vendita di un carro armato, tre autocarri e sei cavalli lasciati dai militari tedeschi in fuga.
Le prime scuole materne furono inserite nel piano urbanistico di ricostruzione del dopoguerra: furono intese come un servizio di supporto alle famiglie in difficoltà e alle donne che necessitavano di lavorare.
Nasce così Reggio Children – Centro Internazionale per la difesa e la promozione dei diritti e delle potenzialità delle bambine e dei bambini arrivando ad avere un successo internazionale che porterà anche alla fama internazionale arrivando nei paesi del Nord Europa e negli Stati Uniti.
Nel 1991 è l’anno di Newsweek, la celebre rivista statunitense che identifica nella Scuola comunale dell’infanzia Diana l’istituzione più all’avanguardia nel mondo rispetto all’educazione infantile.
Infine il 29 settembre 2011 nasce la Fondazione no profit Reggio Children Centro Loris Malaguzzi.