Famiglia, Norme e Tributi,

Quando la colf si ammala

Photo by Crystal de Passillé-Chabot on Unsplash

Quando la colf si ammala: come è disciplinata la malattia, chi paga, come viene gestita e retribuita la colf quando si ammala? Ecco un vademecum per non smarrirsi, pratico e chiaro.

Quando la colf si ammala? Un collaboratore domestico si considera in malattia, alla pari degli altri lavoratori dipendenti, quando ha una temporanea inabilità al lavoro (è impossibilitato a lavorare) a causa di una patologia.

Cosa deve fare il lavoratore

Quando la colf si ammala (ma anche la badante, o la babysitter), è suo compito comunicarlo immediatamente al datore di lavoro, salvo cause di forza maggiore o impedimenti, entro l’orario previsto per l’inizio della prestazione lavorativa; successivamente, il lavoratore deve farsi fare e poi consegnare al datore di lavoro, entro due giorni dal rilascio, il certificato medico rilasciato entro il giorno successivo all’inizio della malattia.

Per i conviventi che sono in casa non serve consegnare il certificato a meno che non venga richiesto dal datore di lavoro.

Cosa deve fare il datore di lavoro

Quando la colf si ammala, l’Inps non assicura i lavoratori domestici per questo rischio. La retribuzione nei giorni di malattia è dunque a carico del datore di lavoro, ma solo fino a un numero massimo di giorni nell’anno solare.

Oltre alla conservazione del posto di lavoro, il datore di lavoro deve infatti garantire al lavoratore il pagamento della metà del salario pattuito per i primi tre giorni e del salario intero per i giorni successivi, fino a un massimo di:

– 8 giorni, per anzianità fino a sei mesi;

– 10 giorni, per anzianità da sei mesi a due anni;

– 15 giorni, per anzianità superiori a due anni.

Negli eventuali giorni di ricovero ospedaliero o di degenza presso il datore di lavoro, al lavoratore convivente non spetta l’indennità di vitto e di alloggio.

Il conteggio dei giorni totali massimi e la retribuzione non vanno calcolati conteggiando solo i giorni di effettivo lavoro, ma:

– si contano tutti i giorni del certificato comprese domeniche e non lavorativi;

– si contano come giorni di malattia i giorni negli ultimi 12 mesi ossia tutti i giorni dei certificati e non solo i lavorativi.

– vengono retribuiti solo quelli in cui il collaboratore lavora.

– ogni inizio di malattia con certificato diverso si contano i primi 3 giorni al 50% e i rimanenti fino al massimo annuale al 100%. Ciò significa che se il primo, il secondo o il terzo giorno di malattia cadono in un giorno lavorativo si paga al 50%, se invece cadono nei giorni successivi al 100%.

Conservazione del posto di lavoro

Quando la colf si ammala, convivente o non convivente, ha diritto alla conservazione del posto, per periodi differenti secondo l’anzianità maturata presso la stessa famiglia:

  • 10 giorni, per anzianità fino a sei mesi;
  • 45 giorni, se ha più di sei mesi e fino a due anni di servizio;
  • 180 giorni, se l’anzianità di servizio supera i due anni.

I periodi relativi alla conservazione del posto di lavoro si calcolano nell’anno solare, intendendosi per tale il periodo di 365 giorni decorrenti dall’evento.

0

Autore

L'Agenzia Stella Cadente, è una agenzia per la ricerca e selezione del personale domestico, con autorizzazione ministeriale. Offre servizi di assistenza alle famiglie, nella ricerca di babysitter, colf, puericultrici e domestici. Per maggiori informazioni visita il nostro portale: www.i-stella.com